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Trapianti di organi, la Svizzera dice "sì" al consenso presunto

                                                         

 

A fine 2021 in Svizzera si contavano 1'434

persone in lista d'attesa per ricevere un organo

 e 72 pazienti che hanno perso la vita nei dodici mesi

precedenti per mancanza di donatori.

Dal consenso esplicito al consenso presunto. Questo cambiamento di

 paradigma nell'ambito della donazione di organi è stato approvato

 dalla maggioranza del popolo svizzero in questa domenica di

votazioni. 

Ogni persona deceduta in territorio svizzero sarà considerata donatrice di organi a meno che, mentre era in vita, non si sia dichiarata contraria. Si tratta del cosiddetto "modello del consenso presunto" ed è il fulcro della revisione della legge sui trapianti su cui il popolo elvetico era chiamato ad esprimersi questo 15 maggio.

Fin dall'inizio della campagna, i sondaggi hanno sempre dato il campo del "sì" in vantaggio. I pronostici si sono dimostrati veritieri e, alla fine, ad approvare la nuova legge è stato il 60,2% dell'elettorato. 

Attualmente (fino all'entrata in vigore della revisione), vale il "modello del consenso", noto anche come "modello del consenso esplicito": gli organi possono prelevati a una persona deceduta solo se, nell'arco della sua vita, ha dichiarato esplicitamente di volerli donare, . Qualora la volontà non fosse nota, è la famiglia a decidere se dare il permesso di prelevare gli organi.

Anche con il nuovo sistema, in caso di dubbio, la famiglia avrà comunque la facoltà di opporsi al prelievo. "Se non è possibile contattare i congiunti, il prelievo di organi non [sarà] permesso",

La revisione legislativa prevede la creazione di un registro nazionale, gestito da Swisstransplant (Fondazione nazionale per la promozione, lo sviluppo e il coordinamento della donazione e del trapianto di organi) in cui la popolazione sarà invitata a indicare la propria disponibilità o contrarietà a donare gli organi. In qualsiasi momento sarà possibile modificare la scelta.

Il database potrà essere consultato esclusivamente dalle persone responsabili del trapianto di organi in ogni caso specifico e soltanto dopo che è stata decisa l’interruzione dei trattamenti di mantenimento in vita del potenziale donatore o donatrice.

La creazione di un registro necessiterà di tempo ed è anche per questa ragione che la nuova legge non entrerà subito in vigore. Al più presto, indica l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), si concretizzerà nel 2024.

In attesa di un rene

Tutto era partito da un'iniziativa popolare presentata nel 2019 dalla Jeune Chambre Internationale Riviera (JCI), che raggruppava imprenditrici e imprenditori dell'area di Vevey-Montreux, nella parte francofona del Paese. L'organizzazione voleva promuovere un progetto utile alla società e la presidente di allora decise di battersi per la donazione d'organi, ispirata dalla condizione di un suo amico in attesa di un rene da molti anni.

Il  testo della JCI chiedeva di iscrivere nella Costituzione federale il modello del consenso presunto ed aveva ottenuto le 100'000  firme necessarie alla riuscita dell'iniziativa..Il controprogetto indiretto elaborato in seguito dal Governo aveva soddisfatto promotori e promotrici dell'iniziativa, che l'avevano così ritirata.Tuttavia, contro la modifica legislativa era stato lanciato con successo un referendum. È per questa ragione che il popolo è stato chiamato questo 15 maggio alle urne.

"Silenzio non vuol dire assenso"

 

Il comitato interpartitico che si era opposto alla revisione considera problematico che il silenzio possa valere come assenso, in particolare quando è in gioco il diritto all'integrità fisica garantito dalla Costituzione. Il rischio che si prelevino gli organi a chi non avrebbe voluto donarli aumenterebbe, teme chi si oppone. Il campo del "no" si è poi detto preoccupato inoltre che la comunicazione possa non raggiungere le fasce di popolazione più deboli o di origine straniera, che rischiano in questo modo di non saper intraprendere i passi necessari ad opporsi alla donazione d'organi non perché favorevoli, ma perché inconsapevoli.

 

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