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ASSOCIAZIONE TRAPIANTATI ORGANI PUGLIA ONLUS

Prot. N. 119 del 26/06/06

 

Comunicato Stampa

Dr. Urago intervenga Immediatamente!

(ripristina quel poco di funzionalità che c’era e che lei sta togliendo).

 

È questo che l’Associazione ATO Puglia (Associazione Trapiantati Organi) chiede: il ripristino della funzionalità dell’ambulatorio post/trapianto di nefrologia dell’ospedale SS. Annunziata di Taranto.

Basta con le promesse fatte (poi non mantenute) durante gli incontri ufficiali con i responsabili delle Associazioni ATO Puglia (rappresentata dal Vice presidente Antonio Motolese) e ANED (rappresentata dal presidente Milvio Scafa) e la stessa direzione generale.

Non si può parlare di riorganizzazioni, di diminuire la spesa sanitaria, tagliare gli spreghi, di migliorare le prestazioni che attualmente la sanità regionale – locale da al cittadino e poi sotto banco togliere quel poco che funzioni e che in tanti anni di richieste e proteste si era riuscito a creare.

È questa la situazione confusionaria e secondo noi drammatica che si è venuta a creare nel reparto di nefrologia, precisamente nell’organizzazione dell’ambulatorio di controllo post/trapianto, da quando è stato ridotto il numero dei biologi addetti ai prelievi necessari mensilmente per monitorare l’organo trapiantato.

Va precisato che in tale laboratorio, affrontando anche tantissimi problemi che si notavano non solo nell’organizzazione ma anche nella gestione dello stesso, è punto di riferimento importante e vitale per circa 100 trapiantati di reni e non solo, visto che qualche medico pur di venire incontro a qualche paziente in gran difficoltà aveva dato la possibilità a qualcuno di essere seguito e controllato anche se trapiantato di qualche organo diverso dal rene.

Questo grazie anche all’impegno nostro a convincere tanti trapiantati a fare i controlli mensili in loco ed andare nei Centri di trapianto solo una volta l’anno (dott. Urago quanti migliaia di euro al mese di rimborso spese si fanno risparmiare all’ASL TA/?)

Ora per questi trapiantati di organi c’è solo tanta disperazione e rabbia verso di chi continua ad ignorare queste problematiche vitali nascondendosi poi dietro a parole che ormai sono di moda oggi “si sta facendo di tutto per risanare la Sanità Pugliese”

Ora chiediamo alla Direzione Generale che prendiate impegni precisi non solo verso le associazioni di volontariato, che rimangono deluse dai vari comportamenti dei responsabili sopra indicati, nel quale questo problema ha trovato indifferenza, ma anche verso l’opinione pubblica (tale documento diventa comunicazione ufficiale per i responsabili alla Salute della regione Puglia, e per i Direttori del Centro trapianti regionale e nazionale).

chiediamo non solo il ripristino di quello che c’era ma pretendiamo che tale ambulatorio funzioni con le dovute impostazioni previste dai protocolli che disciplinano le prestazioni, funzionalità e nello stesso tempo i doveri da parte delle strutture sanitarie affinché salvaguardino il paziente trapiantato dal rigetto rammentando che qual’ora questo non dovesse avvenire per mancanza di prestazioni dovute, l’ATO proseguirà le responsabilità civili e legali nelle sedi competenti.

Tutti gli addetti ai lavori ormai sanno che a causa dell'immunodepressione farmacologica, il paziente trapiantato deve essere sottoposto a controllo clinicí routinari che coinvolgono in prima istanza il nefrologo, il gastroenterologo, il radiologo e l'ecografista ma possono anche richiedere successivamente l'intervento dell'infettivologo, del cardiologo, del dermatologo, del diabetologo, del neurologo, dell'ortopedico, dei fisiatra, dell'otorino, dell'oculista.

Bisogna programmare i controlli con la frequenza necessaria, decidere i tipi di controlli ematochimici o strumentali in base alla patologia di base prenotare le consulenze specialistiche in ragione delle necessità del paziente. Relazionare i medici curanti affinché non si sentono esclusi dalla gestione del malato stesso mantenere i contatti con i pazienti per comunicare le variazioni terapeutiche in riferimento all’attività trapiantologica, la struttura sanitaria, oltre a programmare un idoneo follow‑up, deve prevedere di effettuarlo con il minor disagio per il paziente, al minor costo per l'azienda e per il paziente stesso e con il miglior utilizzo delle risorse disponibili.

In poche parole vi deve essere un'organizzazione in grado di:

Convocare i pazienti per ulteriori indagini

Reperire, ove non disponibile presso il reparto, un posto letto in altri reparti in caso di ricovero immediato dopo i controlli.

Un tipo di organizzazione di questo genere richiede senza dubbio un apparato di segreteria, di assistenza socio-sanitario, di assistenza infermieristica e di archiviazione dati.

Basta con un ambulatorio controlli post/trapianto basato sulla disponibilità volontaria, emotiva e professionale di qualcuno.

Potremmo continuare a lungo, ma forse qualcuno non abbituato alle vere organizzazioni nei confronti del malato potrbbe accusarci di fantascienza.

Ma purtroppo, questa è realtà che ormai in regioni diverse dalla nostra esistono ed il malato in attesa di trapianto o trapiantato ritrova la sua dignità e nello stesso tempo da parte delle ASL ci sono riduzioni dei costi per tali prestazioni.

Questo è quello che chiediamo anche attraverso un incontro dove le nostre proposte, le nostre esperienze prima da trapiantati e poi da associazioni di volontariato siano discusse e prese in considerazione.

Se tutto questo entro pochi giorni non sarà fatto saremo costretti, non solo ad invitare i trapiantati a ritornare a farsi controllare dai vari centri trapianti fuori regione e all’estero, tanto paga L’ASL TA/1, la Regione (se è questo che vuole la Direzione Sanitaria) ma inviteremo gli stessi con molto dispiacere (a causa già dei tanti problemi salutari che loro hanno) a protestare ufficialmente presso la Direzione Generale L’ASL TA/1 Puglia).

Giovanni Santoro

presidente ATO Puglia e segr, nazionale LIVER-POOL

 

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