Associazione Trapiantati Organi Puglia Onlus

 


Livia Turco: 

“Le associazioni di pazienti sempre più protagoniste”

 

Il Ministro della Salute propone una grande alleanza tra Istituzioni, Università e volontariato per assicurare l'eccellenza nel sistema trapianti.

 

Una larga alleanza tra istituzioni, Università e associazioni di pazienti per il miglioramento ulteriore del già altissimo livello raggiunto dal sistema trapianti italiano.

È l’idea lanciata dal Ministro della Salute Livia Turco, intervenuta alla manifestazione per la celebrazione dei 40 anni dell'attività dei trapianti in Italia.
Il Ministro della Salute, alla sua prima uscita sulla questione, ha voluto sottolineare con enfasi il ruolo delle associazioni di volontariato dei pazienti: 

 

“Tutto ciò che abbiamo raggiunto in questi anni non sarebbe stato possibile senza il contributo delle Università, delle Scuole Chirurgiche. Ma un ruolo importante lo hanno rivestito le associazioni di pazienti, che devono diventare sempre più protagoniste".


Il ministro ha scelto la manifestazione dei 40 anni di Trapianti in Italia, organizzata dal Centro Nazionale trapianti, per fare il punto dell'attività del settore. Per il Ministro, i dati più aggiornati sui trapianti, le donazioni e la qualità della rete trapiantologica italiana “dimostrano che siamo in presenza di un settore di eccellenza del Servizio sanitario nazionale.

E il fatto che siamo riusciti a ribaltare una situazione che ci vedeva fanalino di coda e che oggi ci pone invece a livelli di eccellenza, dimostra come si possa trasformare il ritardo in una opportunità e che il sistema trapianti italiano può essere paradigmatico per gli altri settori del SSN”.

Secondo Livia Turco tutto ciò è avvenuto per tre motivi: “Anzitutto perché è stato effettuato un investimento sulla rete, creando un sistema che ha mostrato di funzionare.

Ecco perché bisognerà fare lo stesso anche negli altri settori della sanità pubblica. In secondo luogo, perché si è prestata molta attenzione e cura alle procedure e alla qualità degli interventi. Infine perché è stato possibile effettuare continui monitoraggi e misurazione degli obiettivi e dei risultati raggiunti, mettendo a disposizione di tutta la comunità i dati e le informazioni necessarie a garantire trasparenza”.
Il ministro ritiene tuttavia che i risultati raggiunti non debbano far perdere di vista le sfide che il sistema trapianti ha davanti a sé, prima tra tutte la riduzione delle liste d'attesa: 

“Nel 2006, 3.500 persone avranno accesso ad un trapianto”, ha ricordato Livia Turco citando i dati del CNT, “ma non possiamo dirci soddisfatti se molti sono ancora in attesa.

Bisogna fare di più e meglio, le liste di attesa per trapianti di rene sono ancora lunghe, la divergenza tra Nord e Sud permane. La rete di terapia intensiva ha fatto grandi progressi, ma ancora non tiene il passo alla rete trapiantologica. 

Il Paese ha bisogno di fiducia e serenità, risultati che si raggiungono con grandi alleanze tra Istituzioni e soggetti che operano nel settore.

Noi non dobbiamo solo agire per permettere la vita, ma anche consentire la qualità della vita”.

Prima del Ministro della Salute, avevano preso la parola Pasquale Berlocco, Direttore del Centro Trapianti del Policlinico Umberto I° di Roma e, in rappresentanza del sindaco di Roma, il vicesindaco Maria Pia Garavaglia, che aveva sottolineato come il trapianto di organi da cadavere e da vivente è una dimostrazione di altissima civiltà.


Ma era stato il direttore del Centro Nazionale Trapianti,
Alessandro Nanni Costa, a mettere in chiaro i risultati raggiunti dalla rete trapiantologica italiana. Ricordando , tra l’altro, come dal 1996 al 2005 sono cresciuti i trapianti, diminuite le opposizioni, aumentato il rapporto donatori utilizzatori .
“Dai confronti internazionali”, ha detto Nanni Costa, “emerge con chiarezza che il sistema funziona e che l'Italia è un Paese a grande vocazione trapiantologica. Inoltre possiamo giovarci di una attività di certificazione dei coordinatori regionali del Centro nazionale trapianti che è garanzia di qualità ed efficacia”.
Infine
Nanni Costa ha ricordato l'attività nuova di consulenza in materia di cellule staminali per la quale, grazie all'attività pubblica del CNT, il 40% di coloro che volevano ricorrere all'estero per tali tipi di problemi hanno trovato soddisfazione in Italia.

 

Il messaggio del presidente Prodi: “I trapianti, esempio di buona sanità italiana”

 

Cari amici,
desidero anzitutto ringraziarvi per l’invito a questa importante giornata, che celebra i 40 anni dal primo trapianto di rene, avvenuto a Roma nel 1966.

 

La medicina dei trapianti è una grande conquista della scienza al servizio dell’uomo e uno strumento prezioso nel raggiungimento della prima finalità dell’arte medica, il servizio alla vita umana, basata su una decisione di grande valore etico, la decisione di offrire, senza ricompensa, una parte del proprio corpo per la salute e il benessere di un’altra persona, un gesto nobile che si configura come un autentico atto d’amore. Traggo queste parole dal discorso pronunciato da Giovanni Paolo II il 29 agosto 2000 quando, proprio qui a Roma, incontrò i partecipanti al Congresso internazionale della Società dei trapianti.
Intendo perciò esprimere la mia riconoscenza a tutte le famiglie che, nel dolore e nel silenzio, ogni giorno rendono possibile questa attività, garantendo una possibilità di salute e perfino la vita a migliaia di malati, talvolta privi di speranza.
Senza di loro, lo sviluppo della rete trapiantologica italiana, con i successi conseguiti e che oggi celebriamo, non avrebbe avuto luogo.
Per ottenere tutto questo sono stati necessari anni di comunicazione, un grande impegno nelle campagne informative, iniziative a cui io stesso ho partecipato. Assieme ad esse, il mio ringraziamento va ai rianimatori e ai coordinatori che si dedicano a questo difficile compito, e
alle associazioni che li supportano con grande impegno.

 

La rete italiana dei trapianti, proprio perché vincolata all’impegno morale di corrispondere alla volontà del donatore, rappresenta oggi un esempio di buona sanità nel settore pubblico.
Gli organi e i tessuti donati rappresentano un importante bene pubblico, che non ha prezzo e non lo avrà mai, ma che esprime un incredibile valore che dobbiamo utilizzare nel modo migliore possibile.
Lo stiamo facendo?

L’accoglienza del paziente in lista d’attesa, il rispetto dei criteri di selezione nella scelta del candidato al trapianto, la trasparenza nella verifica dei risultati, resi pubblici sul sito del Ministero della Salute, e la certificazione degli esiti da parte dei registri internazionali, sono una vera garanzia per i cittadini e un riferimento per tutto il mondo della sanità.

 

I progressi compiuti dal nostro Paese negli ultimi anni ci hanno portato ad essere per le donazioni di organi il secondo Paese in Europa dopo la Spagna; possiamo dire di essere il primo per la qualità degli esiti dei trapianti, per la organizzazione complessiva della rete, per l'attività di trapianto di organi in settori di eccellenza come il trapianto di segmenti epatici, il trapianto di intestino, il trapianto in soggetti sieropositivi per le donazioni, le banche e i trapianti di tessuti e di cellule staminali emopoietiche. Questi risultati sono stati ottenuti grazie all’applicazione della legge 91/99 e dei provvedimenti successivi nei vari settori, che hanno costituito una rete dedicata ai trapianti, supportata dal Ministero, dagli Assessorati alla Sanità delle Regioni e dalla Conferenza Stato Regioni, coordinata dal Centro nazionale e dai Centri regionali e interregionali.

Oltre alle attività assistenziali, la rete deve svolgere funzioni di ricerca, partecipare all’evoluzione del network collaborativo europeo, sviluppare funzioni di comunicazione e informazione per i pazienti e i cittadini, occupandosi anche della formazione specifica dei professionisti e degli operatori del settore.

 

Ringrazio i responsabili della rete per il lavoro e l’impegno, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, per avere costruito una squadra molto unita, dal livello nazionale a quelli regionali, agli ospedali e al territorio. Grazie al vostro impegno oggi i pazienti italiani non vanno più a cercare i trapianti nei centri europei. Il turismo trapiantologico degli italiani è finalmente terminato.

 

Sfide importanti attendono il settore dei trapianti:
• mantenere e aumentare i livelli attuali di donazione e trapianto e di monitoraggio delle liste di attesa, sorvegliando l'equità del sistema.
• Sviluppare l'area Centro-Sud, dove peraltro sono presenti già oggi centri di trapianto di assoluto valore.
• Diventare punto di riferimento per i Paesi dell'Unione europea e in particolare quelli dell'area orientale, con i quali abbiamo costituito un'organizzazione intergovernativa che ha sede in Roma e che sta favorendo scambio di organi e programmi di supporto e gemellaggio a livello internazionale.
• Guardare al bacino del Mediterraneo, sviluppando, in collaborazione con il Ministero degli Esteri e il Ministero della Salute, sistemi di accordi, per esportare questo modello organizzativo di buona sanità, qualificando l'attività del nostro Paese nei settori di avanguardia.
• Sviluppare l'attività delle cell-factory, le fabbriche di cellule, con la consapevolezza che lo sviluppo della medicina rigenerativa rappresenta il futuro della scienza medica e un potente volano per l'innovazione di cui il nostro Paese ha bisogno.

 

Sono certo che il Ministero e le Regioni supporteranno la vostra attività, valorizzandola negli ambiti di sviluppo, ricerca e innovazione.
A questo sforzo vi invito con rinnovato impegno, lo dobbiamo a chi in questi 40 anni ha fatto dono di sé proprio per la fiducia nella vostra opera.

 

L’eccellenza italiana, i numeri del successo:

 

• Quasi 23 donazioni per milione di abitanti e un incremento del 10% del numero di trapianti d’organo nei primi mesi del 2006, rispetto allo scorso anno. Sono i dati che collocano l’Italia al secondo posto in Europa per donazioni, dopo la Spagna e prima della Francia. E, a livello internazionale, addirittura davanti agli Stati Uniti.


• Il Sud del Paese resta ancora indietro rispetto al Nord per quanto riguarda le donazioni. Ma rispetto allo scorso anno, il miglioramento è evidente: +30%.


• I donatori effettivi in Italia sono 22,9 per milione di abitanti (la Spagna, prima nella classifica europea, ne registra 35,1), mentre le opposizioni alla donazione passano dal 29,4% del 2005 al 23,9% del 2006 (dati preliminari al 31 maggio).


• I trapianti totali effettuati sono 3.452 nel 2006 (tra cui 1.815 di rene, 1.170 di fegato, 370 di cuore, 102 di polmone) contro i 3.177 del 2005.


• I programmi nazionali di maggiore rilievo sono quelli legati, tra l’altro, al programma pediatrico e a quello di trapianto nei soggetti HIV positivi.


• I pazienti in lista di attesa sono 8.967 (al 30 aprile 2006) con una previsione, per il 2006, di 3.500 trapianti. La situazione è analoga a quella dei migliori Paesi europei. La mobilità verso l’estero, poi, è quasi scomparsa (solo il 2% dei pazienti è in lista presso centri esteri), mentre resta rilevante la mobilità dalle regioni meridionali verso le regioni del nord.


• L’Italia è inoltre il primo Paese a livello europeo per la donazione e il trapianto di tessuti: nel 2006 sono previsti 5.000 trapianti di cornea, 11.000 trapianti di osso, 350 trapianti di valvole cardiache, 300 di segmenti vascolari, 200 di cute.

E il nostro Paese è anche leader in Ue per il trapianto di cellule staminali emopoietiche (4.500 trapianti nel 2006), che possono essere prelevate o da donatore volontario o da cellule ottenute da cordoni ombelicali.


• Il piano Sanitario 2006-2008 affida al Centro Nazionale Trapianti il coordinamento delle attività delle cosiddette cell factory (fabbriche di cellule), dedicate alla proliferazione e/o attivazione in vitro di cellule staminali adulte, dirette alla cura di diverse patologie ematologiche, neurologiche, cardiache, oculari, della cute e delle cartilagini.

Si tratta delle prime unità della “medicina rigenerativa” destinata ad avere importanti sviluppi nei prossimi anni.

 

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