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Epatite C: il farmaco c’è, i soldi non ancora

 Articoli sulla stampa del 06/11/14

La protesta dei malati: a un mese dall’accordo, la pillola non è disponibile. Il ministero: cerchiamo i fondi

Un mese fa il sospirato annuncio: l’Aifa, l’Agenzia ministeriale del farmaco dopo mesi di estenuanti trattative trova l’accordo con la Gilead, l’azienda americana che produce il sofosbuvir, la pillola super costosa capace di sradicare il virus dell’epatite C in 12 settimane. La rimborsabilità sarebbe stata garantita solo a 30 mila degli oltre 300 mila affetti da Hcv. Quelli più gravi, con cirrosi, coinfezione da Hiv, carcinoma epatico o in attesa di trapianto del fegato. Ma da allora il farmaco continua ad essere miraggio per quei pazienti disperati. Salvo quelli che possono permettersi di andare all’estero o mettersi in fila nelle farmacie di San Marino e del Vaticano, sborsando circa 68 mila euro, perché tanto ci vuole per portarsi a casa i flaconi necessari ad un intero ciclo terapeutico. Troppi anche per le malandate casse del nostro Stato. Che infatti con l’Aifa ha ingaggiato un lungo braccio di ferro con la Gilead, riuscendo a spuntare un prezzo di circa 37 mila euro. Anche così però di soldi ne servono tanti. 
Almeno 700 milioni per i prossimi dieci anni. E quei soldi, almeno al momento, non ci sono.

Tant’è che le associazioni dei malati di epatite hanno acquistato intere pagine di quotidiani per chiedere subito un fondo dedicato, «senza il quale - denuncia il presidente dell’Epac, 
Ivan Gardini - continuerà la strage di almeno 20 morti al giorno per cirrosi epatica o tumori del fegato correlati all’epatite». «Il Piano nazionale contro le epatiti virali è pronto e stiamo ora cercando di mettere una cifra economica per l’eradicazione del virus», ha assicurato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nel corso di un question time alla Camera. Il provvedimento che darà il via libera alla commercializzazione del farmaco «sarà pubblicato a breve in Gazzetta Ufficiale», ha aggiunto. Il problema è capire chi pagherà. Al palazzo dell’Economia per ora nicchiano sul mettere soldi in un fondo ad hoc mentre con le Regioni è in corso una trattativa serrata per ridurre l’impatto della manovra sulla sanità. Allora c’è il rischio che questa storia, emblematica di come il costo delle nuove terapie possa diventare insostenibile per il nostro sistema di welfare, si risolva con un paradosso economico: quello di far pagare l’innovazione proprio all’industria farmaceutica che la produce. Senza un fondo dedicato i 700 milioni finirebbero infatti per tradursi in sfondamento di spesa della farmaceutica territoriale, che per legge deve essere ripianata per intero e in quota parte da industriali, farmacisti e grossisti. 

I manager di big-pharma hanno già drizzato le orecchie e in caso fosse questa la soluzione al problema sarebbero pronti a fare dietrofront su molti degli investimenti annunciati, se non proprio a traslocare all’estero. Anche perché a fine anno rischiano di dover ripianare anche la metà del miliardo e mezzo di sfondamento che si profila per la spesa dei farmaci ospedalieri. In attesa che si risolva il rebus il prezzo più caro lo pagano però i pazienti. 

«A chi mi chiede le nuove cure non so cosa rispondere, se non di andare all’estero per acquistare il farmaco a proprie spese. E le assicuro che me ne vergogno», lamenta il professor
Mario Rizzetto
, gastroenterologo dell’Università di Torino. Il problema poi rischia di aggravarsi a breve, «quando arriveranno anche da noi altri nuovi farmaci capaci di sradicare il virus senza nemmeno gli effetti tossici dell’interferone e della ribavirina, necessari invece per la terapia con sofosbuvir », spiega sempre il professore. Che però una soluzione la indica: «Dotare l’Aifa di maggiori poteri nel contrattare i prezzi.

 

Epatite C, ci sarà un fondo ad hoc Lorenzin: «Nuove terapie per tutti»

6/11/2014

«È mia ferma intenzione garantire nel prossimo futuro l’accesso di tutti i pazienti alle nuove terapie farmacologiche mediante la costituzione di un fondo ad hoc contro l’epatite C, che preveda l’eradicazione della malattia in pochi anni». Lo ha affermato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, durante il question time alla Camera, precisando che «nel frattempo si è reso però necessario procedere ad una modulazione dell’accesso alle terapie in modo da assicurare progressivamente il trattamento a tutti i pazienti».

Priorità di intervento

L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), ha ricordato Lorenzin, «ha individuato alcune priorità di intervento, dati gli alti costi delle terapie ed il numero dei pazienti». Il ministro ha quindi sottolineato che «l’imminente introduzione nel mercato italiano del farmaco a base del principio attivo sofosbuvir va salutata come l’inizio di una nuova fase per la prevenzione delle epatiti che punta su terapie farmacologiche che non richiederanno per il futuro il ricorso all’interferone».

Accesso alle cure


La definizione dei «criteri di accesso a tali terapie, garantendo anche la sostenibilità del sistema - ha detto - costituisce una mia assoluta priorità, che ritengo sia nazionale e che non può essere gestita Regione per Regione in base alle differenti disponibilità economiche». Il provvedimento per la commercializzazione del farmaco, ha aggiunto, «sarà pubblicato a breve in gazzetta ufficiale, non appena sarà ultimato il registro di monitoraggio, strumento indispensabile per permettere la corretta valutazione dell’efficacia prescrittiva». L’Aifa ha comunque garantito l’accesso alle cure compassionevoli a carico dell’azienda produttrice, ha rilevato, «per i pazienti più gravi». Lorenzin ha anche annunciato che questa settimana si svolgerà presso il ministero un incontro con i rappresentanti delle Regioni «per valutare nel suo complesso l’impatto, anche economico, della prossima commercializzazione del farmaco.

Epatite C: pronte proteste al Mise. Gasbarrini: governo risponda su nuovi farmaci                                                   

06/11/2014  

I pazienti con epatite C sono pronti a nuove iniziative, compresa una manifestazione davanti al Ministero dell'Economia, se non ci saranno risposte sul fondo per i nuovi farmaci contro la malattia. Lo fa sapere Ivan Gardini, presidente dell'associazione EpaC onlus, all'indomani della lettera di tutte le associazioni che chiedono al Governo un fondo da 700 milioni di euro in dieci anni. «Sono farmaci costo-efficaci» interviene Antonio Gasbarrini, professore ordinario di gastroenterologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore «e ogni volta che evitano una morte per cirrosi, un cancro o un trapianto fanno risparmiare molti soldi, ma lo Stato deve fare chiarezza e dire quanti pazienti si può permettere di curare. In Italia» aggiunge «l’Aifa ha stipulato un accordo che non è stato reso noto, ma che a quanto si dice pare sia molto interessante economicamente e che prevede un’iniziale ondata di trattamenti sui pazienti più gravi. Solo che questo è avvenuto a fine settembre e intanto molte persone stanno morendo ogni giorno». Secondo Gasbarrini, «siamo di fronte a una malattia epidemiologicamente molto importante, con un milione e mezzo di soggetti infetti, di cui 300 mila sono cirrotici e che finora erano orfani di qualunque terapia. Nei mesi scorsi sono arrivati farmaci orali efficacissimi, di quelli che compaiono una volta ogni vent’anni, in grado di guarire e con pochi effetti collaterali. È un cocktail stupendo, ma costa moltissimo, decine di migliaia di euro per ogni paziente, ma è necessario dare una risposta a questi pazienti, che sarà strettamente legata alle possibilità economiche del nostro Paese».

Dopo la contrattazione del Sofosbuvir non ci sono stati sviluppi: «Questo ci mette anche in una posizione difficile con la stessa azienda produttrice noi abbiamo fatto una contrattazione sulla base di un numero potenziale di pazienti da trattare, con una serie di sconti all'aumentare del volume di farmaci, e ora diciamo che non ci sono i fondi per acquistarli? Dopo proclami roboanti il ministero della Salute si è lavato le mani della vicenda, questo è inaccettabile». «È assurdo che il ministro Lorenzin ora si dica impotente e passi il cerino al ministero dell'Economia. A questo punto siamo pronti a portare la protesta anche lì, pur di essere ascoltati. Ogni giorno 20 persone muoiono a causa dell'epatite C, e ci sono migliaia di pazienti in attesa». E sull’accordo per la commercializzazione del farmaco sono arrivate indicazioni dal ministro
 
Beatrice Lorenzin
, nel question time alla Camera di ieri pomeriggio: «Il provvedimento sarà pubblicato a breve in gazzetta ufficiale, non appena sarà ultimato il registro di monitoraggio, strumento indispensabile per permettere la corretta valutazione dell'efficacia prescrittiva». A breve è previsto un incontro con i rappresentanti delle Regioni, «per valutare nel suo complesso l'impatto, anche economico, della prossima commercializzazione del farmaco.

 

06/11/2014

“Il governo sta cercando risorse per il Piano nazionale epatiti virali. Sul farmaco a base di sofosbuvir, che sta per arrivare sul mercato, in settimana è previsto un incontro con le regioni per valutare l’impatto economico della sue commercializzazione”. Così la ministra nel corso del question time alla Camera. Lorenzin ha aggiunto la sua intenzione di “creare un fondo ad hoc contro l’epatite C per l’eradicazione della malattia in pochi anni”.

05 NOV - “Il piano nazionale per le epatiti virali è pronto, stiamo solo cercando di potergli mettere una cifra economica accanto”. Lo ha detto la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, oggi nel corso del question time alla Camera rispondendo ad un’interrogazione.

Lorenzin ha poi parlato dell’imminente ingresso nel mercato italiano del farmaco “Sovaldi”, dicendo che “va salutata come una nuova fase di lotta alle epatiti. È mia ferma intenzione garantire nel prossimo futuro l’accesso di tutti i pazienti alle nuove terapie mediante la costituzione di un fondo ad hoc contro l’epatite C”.

Per quanto riguarda il decreto sul costo del farmaco, questo “sarà pubblicato a breve sulla gazzetta ufficiale non appena sarà completato il registro di monitoraggio. Nella fase di contrattazione l’Aifa ha comunque garantito l’attivazione dell’accesso alle cure compassionevoli a carico dell’azienda farmaceutica per i pazienti più gravi”.

Lorenzin ha anche parlato della “contrattazione centralizzata del prezzo dei farmaci a livello Europeo. Il tema è stato oggetto di confronto con gli altri partner europei nell’incontro informale di Milano a settembre. La contrattazione centralizzata però non risulta allo stato praticabile, tenuto conto dei diversi sistemi di contrattazione del rimborso dei farmaci e della volotnà di molti stati membri di mantenere autonomia di contrattazione”.

Comunque ha concluso l’interrogazione dicendo che “questa settimana con le regioni ci sarà un incontro al ministero per valutare nel suo complesso l’impatto anche economico della prossima commercializzazione del medicinale Sovaldi”.
Ecco la risposta integrale della ministra della Salute all’interrogazione postale da Paola Bragantini del Pd
“Signor Presidente, ringrazio gli interroganti, perché questo è un tema che mi sta particolarmente a cuore e credo che sia uno dei temi centrali dell'agenda politica di questo Governo, su cui dovremo confrontarci nei prossimi mesi.

I malati conclamati sono 400 mila in fase di avanzata malattia, ma le persone infette sono molte, molte di più: quindi, l'epatite C è una piaga da eliminare nel nostro Paese. Per questo, voglio dire che il Piano nazionale per la lotta alle epatiti virali è pronto: noi stiamo soltanto cercando di poter mettere una cifra economica accanto al piano di eradicazione.
Il Piano rappresenta il primo documento a valenza nazionale in cui vengono individuate strategie per la prevenzione delle epatiti e delle loro sequele, coerenti con le indicazioni fornite dalla sessantatreesima assemblea mondiale della sanità, tenutasi nel maggio 2010. Nel merito della questione relativa al farmaco «Sovaldi», l'imminente introduzione nel mercato italiano del medicinale a base del principio attivo sofosbuvir, va salutata come l'inizio di una nuova fase per la prevenzione delle epatiti, che punta su terapie farmacologiche che non richiederanno per il futuro il ricorso all'interferone.

Vi assicuro che la definizione dei criteri di accesso alla terapia in questione per ottenere il massimo beneficio, garantendo anche la sostenibilità del sistema e l'equità e l'omogeneità dell'accesso stesso, costituisce una mia assoluta priorità, priorità che io ritengo nazionale e che non può essere gestita regione per regione in base alle differenti disponibilità economiche. Colgo l'occasione per ribadire che è mia ferma intenzione garantire, nel prossimo futuro, l'accesso di tutti i pazienti alle nuove terapie farmacologiche mediante la costituzione di un fondo ad hoc contro l'epatite C, che preveda l'eradicazione della malattia dal nostro Paese in pochi anni.

Nel frattempo, si è reso, tuttavia, necessario procedere ad una modulazione dell'accesso alle terapie, in modo da assicurare progressivamente il trattamento a tutti i pazienti. In considerazione del costo elevato della terapia e dell'ingente numero dei pazienti affetti in Italia dall'epatite C, l'Aifa ha individuato alcune priorità di intervento: i pazienti in lista per il trapianto di fegato colpiti da cirrosi, quelli colpiti da recidiva dopo trapianto di fegato con fibrosi METAVIR, quelli affetti da epatite cronica, con gravi manifestazioni extra-epatiche HCV correlate; quelli in lista per il trapianto di fegato con cirrosi; infine, quelli affetti da epatite cronica dopo il trapianto di organo solido.

Il provvedimento per la commercializzazione del farmaco «Sovaldi» sarà pubblicato a breve sulla Gazzetta Ufficiale non appena sarà ultimato il registro di monitoraggio, strumento indispensabile per permettere la corretta valutazione dell'efficacia, della sicurezza e dell'appropriatezza prescrittiva.
Segnalo, peraltro, che, nella fase di contrattazione, l'Aifa ha comunque garantito l'attivazione di accesso alle cure compassionevole a carico dell'azienda farmaceutica per i pazienti più gravi.

Per quanto riguarda la contrattazione centralizzata del prezzo dei farmaci a livello europeo, il tema è stato oggetto di confronto con gli altri partner europei in occasione dell'incontro informale svoltosi a Milano nello scorso mese di settembre. Evidenzio, tuttavia, che tale contrattazione centralizzata non risulta, allo stato, praticabile, tenuto conto dei diversi sistemi di contrattazione del prezzo di rimborso dei farmaci e della volontà di molti Stati membri di mantenere autonomia di contrattazione.

È a proposito di tali regioni che, a livello comunitario, non si parla di prezzo unico europeo, ma si è, invece, cominciata a verificare la possibilità di condividere un sistema di contrattazione basato sul prezzo differenziale parametrato al volume del PIL dei diversi Paesi, con due- tre scaglioni di riferimento.

Concludo, evidenziando che, proprio in questa settimana, su mia iniziativa, si svolgerà presso il Ministero un incontro con i rappresentanti delle regioni per valutare nel suo complesso l'impatto, anche economico, della prossima commercializzazione del medicinale a ba

Epatiti. Lorenzin: “Il piano nazionale è pronto, stiamo cercando la cifra economica da affiancargli. Fondo ad hoc per l'epatite C”  anche economico, della prossima commercializzazione del medicinale a base di sofosbuvir”

                                

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