LA LAPAROSCOPIA 3D NEL TRAPIANTO DI RENE
				
				TRA DUE CONIUGI AL POLICLINICO DI BARI
 
Un trapianto di rene da vivente tra coniugi è stato eseguito per la prima volta al Policlinico con una tecnica laparoscopica tridimensionale.
				
				
				L’équipe del prof. Michele Battaglia, direttore della U.O.C. di 
				Urologia e Trapianto di Rene, ha optato per questo tipo di 
				intervento per poter assicurare alla moglie del paziente 
				ricevente, che tecnicamente è definita donatore non 
				consanguineo, tutti i vantaggi di una metodica mini invasiva. Il 
				prelievo dell’organo è stato eseguito attraverso un’incisione 
				trasversale di soli 5 centimetri, praticata all’altezza del 
				pube, mentre gli strumenti operatori e di ripresa televisiva 
				sono 
				
				stati introdotti attraverso tre mini incisioni di 
				appena un cm.
				Questa strategia assicurerà alla protagonista dello 
				straordinario gesto di generosità una ripresa funzionale 
				immediata, con una minima presenza di cicatrici chirurgiche.
				
				
				L’innovativa tecnica di ripresa in 3D ad alta definizione, ha 
				permesso di ottenere la massima precisione e rapidità durante 
				tutte le fasi al tavolo operatorio, dove Battaglia si è avvalso 
				della collaborazione dei chirurghi Pasquale Ditonno, Vito 
				Ricapito, Silvano Palazzo e degli anestesisti Elena D’Orazio e 
				Mariateresa Loiacono delle U.O.C. di Anestesia e Rianimazione 
				dirette dai professori Tommaso Fiore e Francesco Bruno.
				
				
				Entrambi i coniugi, protagonisti di un atto così esemplare, 
				hanno un’età di circa 50 anni e vivono in Provincia di Bari. La 
				loro preparazione è stata curata dall’équipe della U.O.C. di 
				Nefrologia Medica diretta dal prof. Loreto Gesualdo, che si 
				avvale della collaborazione del dott. Antonio Schena.
				Dopo il prelievo il rene è stato perfuso con soluzione 
				elettrolitica fredda a 4°C, preparato e trapiantato al 
				ricevente. 
				
				Dopo riperfusione, si è assistita alla pronta 
				ripresa funzionale.
 
Questa collaudata tecnica laparoscopica, quando possibile attuarla, anche nell’esperienza ormai consolidata della scuola barese, si è dimostrata del tutto comparabile al tradizionale prelievo “open”, sia in termini di sicurezza che di risultati funzionali a distanza dell’organo.
Rispetto al tradizionale taglio lombotomico, l’accesso laparoscopico presenta significativi vantaggi per quanto riguarda i più brevi tempi di degenza ospedaliera e di ripresa dell’attività lavorativa.
				
				Questi benefici si sommano alle qualità estetiche 
				quando l’estrazione dell’organo viene effettuata attraverso una 
				cavità naturale o, come in questo caso, attraverso una piccola 
				incisione sovrapubica.
 
Dalla data del primo trapianto di rene da donatore vivente (ottobre 1973) eseguito a Bari dal prof. Giuseppe Marinaccio e dal maestro della scuola urologica barese prof. Francesco Paolo Selvaggi, sono stati eseguiti circa 1300 trapianti, di cui circa 170 da donatore vivente.
				
				Questi sono stati effettuati, prevalentemente, 
				tra consanguinei.
				Quest’anno, dei 21 trapianti eseguiti, i due da donatore vivente 
				sono stai realizzati tra compatibili non consanguinei. In 
				entrambi i casi si è trattato di donazione della moglie al 
				marito.
 
Questa della donazione fra “compatibili” è una pratica che si sta sempre più affermando in tutto il mondo, favorita dalla mini invasività del prelievo, oltre che dalla sicurezza e dagli ottimi risultati conseguiti, in termini di sopravvivenza dell’organo e del paziente (rispettivamente del 98% e del 100% a 10 anni).
 
 
